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FINALMENTE SI E’ CONVINTA


di benves
18.11.2016    |    43.105    |    7 9.5
"Infine Gianluca espresse il verdetto: per quanto riguarda la lunghezza vince Sandra disse, mentre per la durezza la vincitrice è Elena..."
Siamo una coppia regolarmente sposata io 45 anni e mia moglie Elena 42.

Entrambi siamo sempre stati portati per il sesso, non ci poniamo limiti che l’altro non voglia liberi da inibizioni e tabù.
Da sempre ed ancora adesso, nonostante venti anni di matrimonio “senza figli non per scelta” siamo attratti l’uno dall’altro come le api dai fiori.
Lei è mora 1,62 per 54 chili, di seno porta una terza piena e ha un culo meraviglioso e due gambe bellissime.
Da qualche anno viviamo marginalmente il mondo della trasgressione, dico marginalmente poiché, seppure lei è molto calda “ pluri orgasmica” e propensa alla trasgressione, quando se ne presenta l’occasione le manca il coraggio e si tira indietro.
Da qualche tempo frequentiamo un locale prive', prima solo per curiosità poi, perché ci siamo resi conto che la cosa ci piaceva e ci eccitava entrambi.
Le piaceva vedere donne giocare con più uomini mentre i mariti, il più delle volte guardavano eccitandosi la propria donna mentre godeva con altri.
Anche lei si eccitava moltissimo ed in alcuni di quei momenti è capitato che se una coppia ci veniva vicino iniziando a palparla, lei li lasciava fare.
Ma non tollerava che lo facessi io con l’altra.
Alle volte, particolarmente eccitata si è pure fatta palpare dal singolo di turno e, se questi le andava a genio, nella penombra della sala lasciava che le strusciasse addosso il cazzo; in alcune occasioni l’ha preso in mano facendolo godere menandoglielo come fosse in trance.
Sapevo che guardando le donne che si facevano sbattere sul lettone davanti a noi si eccitava, immedesimandosi in una di loro e immaginando di essere lei una di quelle che si facevano sbattere.
Poi, come se si risvegliasse da un sogno, mi prendeva per mano dicendomi che voleva tornare a casa.
In macchina, durante il tragitto, commentavamo le performance delle coppie che avevamo veduto, alimentando ancora di più la nostra libido e la voglia di scopare; cosa che puntualmente facevamo a casa con bramosia, in modo quasi animalesco e, mentre la scopavo, voleva che le dicessi che era una troia, una affamata di cazzi, una vacca per cazzi ecc…. e lei a quelle parole raggiungeva degli orgasmi multipli che alla fine la lasciavano sfinita.
Un venerdì sera, come altre volte, andammo al prive' per passare la solita serata.
Un addetto alla sala ci accompagnò al nostro tavolo prenotato in precedenza e lo trovammo occupato da una coppia a noi sconosciuta.
L’addetto, educatamente, fece presente alla coppia che il tavolo era prenotato e che avrebbero dovuto lasciarlo libero. Si scusarono dicendo che era la prima volta che venivano e avendo visto il tavolo libero si erano seduti.
Ci guardammo in torno rendendoci conto che il locale era pieno e che non avrebbero trovato da sedersi, così mia moglie fermò l’addetto e gli chiese se fosse possibile aggiungere due sedie per farli accomodare al nostro tavolo.
Ce ne furono molto grati, era la primissima volta che entravano in un prive' e non sapevano come muoversi.
Facemmo le presentazioni lui Ernesto e lei Sandra, erano una bella coppia eleganti e distinti per cui legammo da subito.
Le due donne entrarono subito in sintonia e per quanto mi riguardava rimasi incantato dalla scollatura dell’abito di Sandra che metteva in mostra un seno pieno e magnifico che mi veniva voglia di metterci dentro le mani.
Erano sedute una di fianco all’altra ed a causa della musica, per poter parlare, le loro teste quasi si toccavano.
Si misero a chiacchierare e non smettevano più, cosa si dicessero era un mistero proprio per la musica ad alto volume che non ci permetteva di udire ciò che si dicevano.
Ad una certa ora, come sempre, la pista iniziò a vuotarsi e la gente pian piano cominciò a riversarsi nelle salette appartate dei prive' per dare inizio ai giochi.
Mia moglie si alzò e mi prese per mano, avvicinandosi all’orecchio dell’altra fu evidente che le disse che noi andammo a fare un giro nei prive' e che se volevano potevano venire con noi.
Fece da anfitrione. Mostrò alla coppia le varie stanze a tema, compreso il salone con al centro un lettone enorme dove, chi voleva, poteva salirci per avvinghiarsi e perdersi nella frenesia dell’eros. Dopo avergli fatto fare il giro completo, soffermandoci davanti a scene le cui performance erano più attraenti, li salutammo per lasciarli liberi di fare a loro piacimento, dicendogli che ci saremmo rivisti più tardi al bar per bere qualcosa insieme.
Io ed Elena continuammo a girare curiosando di qua e di là e più volte ci capitò di vedere l’altra coppia che come noi andavano in giro e si fermavano a curiosare.
La serata passò così e, quando infine ci ritrovammo al bar, la notte era già inoltrata; bevemmo qualcosa e decidemmo che era ora di andare.
Uscimmo nella notte ormai fonda e silenziosa, Elena chiese a Sandra che impressione le avesse fatto l’ambiente, l’altra le rispose che era stato interessante ma non sarebbe mai stata capace di giocare così davanti a tutti, avrebbe preferito farlo tra le sicure mura domestiche con persone che conoscevano.
Disse anche che sarebbe stata felice di rivederci dicendo, al marito di darmi il suo numero di cellulare, in modo da tenerci in contatto, così anch’io le diedi il mio.
Nel ritorno verso casa Elena mi parlò di loro, disse che Sandra le aveva detto che avevano da poco cominciato una relazione con una coppia conosciuta in crociera, pare che parlando di scambio scoprirono che tutti e quattro avevano lo stesso desiderio e, visto che erano in crociera e si piacevano a vicenda, decisero di provare.
Pare che da allora siano diventati inseparabili e quando gli va si incontrano.
Tra l’altro, al loro menage hanno aggiunto pure un singolo già amico dell’altra coppia che, a suo dire, pare essere carino ed educato oltre che di fiducia, con una grossa virtù….. che sapeva usare molto bene.
Si incontravano in un cascinale ristrutturato di loro proprietà, tra le colline del Chianti, dice che è un luogo tranquillo e la privaci è totale.
La settimana successiva ricevetti un messaggio da Ernesto, il marito di Sandra, mi scriveva che avevano organizzato per la domenica una grigliata nella loro casa in campagna con la loro coppia amica e avrebbero avuto piacere che partecipassimo pure noi per farceli conoscere.
Gli risposi ringraziandolo, dicendogli che ne avrei parlato con mia moglie e gli avrei fatto sapere.
Elena ebbe subito dei dubbi su questo invito, in fondo non li conoscevamo e il suo timore era che si mettessero a giocare, dando per scontato la nostra partecipazione.
Sapendo quanto fosse spigliata e senza peli sulla lingua, le dissi di non far altro che chiamare Sandra e chiarire con lei i suoi dubbi, e così fece.
L’altra la tranquillizzò, dicendole di non preoccuparsi minimamente, perché sarebbe stata solo una grigliata tra amici e l’occasione per farceli conoscere, aggiungendo che era anche un modo cortese per ricambiare la cortesia da noi fattagli al prive'.
Elena sembrò soddisfatta e acconsentì volentieri all’invito.
Il posto era un molto carino, era un cascinale completamente ristrutturato in pietra con delle grandi vetrate panoramiche e circondato da un vitigno con le colline intorno che facevano da cornice.
L’accoglienza fu calorosa, scoprimmo con piacere che i loro amici Paolo e Sonia erano simpatici e alla mano e i loro complimenti verso Elena l’aiutarono a familiarizzare subito con loro.
Era quasi ora di pranzo, così noi ometti andammo a dare una mano a Ernesto a preparare la griglia, mentre le donne si misero ad apparecchiare e a preparare gli antipasti.
Intorno alla griglia si parlava del più e del meno ma, la loro curiosità stava nel scoprire se io e Elena fossimo davvero ai primi passi, e che non avevamo ancora nessuna esperienza di giochi trasgressivi.
Risposi che era vero, che nonostante ne fossimo attratti di esperienze non ne avevamo ancora avute. Dissi loro che forse non avevamo ancora trovato le persone giuste e l’ambiente idoneo, e il prive' non ci sembrava il posto adatto per cominciare.
Giusto disse Paolo, sicuramente le persone vanno scelte e valutate prima di intraprendere un cosa del genere e, come dici tu, ci vuole anche un ambiente favorevole.
Ora ti chiedo, in un ambiente come questo e con persone come noi ve la sentireste di provare?
Certo risposi, questo mi pare il posto giusto e le persone giuste, se dipendesse da me non avrei alcun problema, ma è Elena che è bloccata.
Bene disse lui, ora vado a dirlo a Sandra, tra poco arriverà pure Gianluca il nostro amico singolo e dopo aver pranzato vedremo di fare un piccolo giochino per testare tua moglie, e vedere la sua reazione, se si lascia coinvolgere o meno.
Io invece, finito di pranzare, vi chiederò una mano per sistemare i ceppi nella legnaia, sarà una scusa per lasciare le donne da sole con Gianluca così vediamo che succede.
Mentre Paolo in disparte parlava con la moglie arrivò il loro amico singolo.
Era proprio un bel giovanotto, trent’anni circa, fisico sportivo e un viso che sprizzava simpatia, pensai immediatamente che a Elena sarebbe piaciuto.
A tavola mi accorsi che seppur facessero un po tutti gli indifferenti, gli sguardi erano rivolti verso Elena che, accortasi, faceva finta di niente ma ne godeva.
Finito di pranzare Paolo, come d’accordo, chiese a me e Ernesto se andavamo a dargli una mano a sistemare i ceppi nella legnaia e rifiutando al tempo stesso l’aiuto di Gianluca, così li lasciammo e uscimmo.
Una volta soli, gli chiesi cosa avessero in mente.
Mi rispose Ernesto, disse che la moglie si era accordata con gli altri due per inventarsi qualcosa per scoprire se mia moglie era interessata ai giochi trasgressivi o era tutta scena.
Con gli altri raggiungemmo la legnaia sul retro della casa e Paolo, pregandoci di non fare rumore, ci fece strada su una scala che portava al piano soprastante, era un locale in disuso e in un angolo cera una botola.
Ricordandoci di non fare rumore la sollevò di qualche centimetro, era ben oliata e non fece il minimo rumore, ci mise sotto uno spessore perché restasse un po’ sollevata e da li potemmo vedere giù.
Sotto c'era la cucina, vedevamo il tavolo e loro tre seduti a parlare, Sandra stava raccontando della serata passata con noi al prive' quando Gianluca di botto, le chiese se quella sera indossava lo stesso reggiseno che portava in quel momento.
Perché me lo chiedi rispose lei, perché se sei andata in un prive' con indosso quel reggipetto avrai avuto una coda di maschi dietro, pare che da un momento all’altro ti debbano saltar fuori le tette.
Lei si guardò il seno come meravigliata, poi come niente fosse slacciò la camicetta e mostrò le tette, sorrette da un reggiseno a balconcino, chiedendo cosa ci fosse che non andava.
E’ un bel reggiseno disse Sonia toccandolo per sentirne la stoffa, poi vedendo che i capezzoli dell’altra si allungarono indurendosi, li accarezzò, facendo notare agli altri come fosse facile eccitare Sandra solo sfiorandola.
Bé disse Sandra, mi sembra normale, a quale donna se le tocchi i capezzoli non diventano duri, a te non fa lo stesso?
Abbassò le spalline dell’altra e slacciatole il reggiseno le tirò fuori le tette e poi iniziò a toccarle i capezzoli.
Vedi? Disse, anche i tuoi si sono induriti.
Ma non a tutte diventano così, disse Gianluca, ci sono donne che se anche eccitate i capezzoli restano uguali.
A te diventano duri chiese Sonia a mia moglie? Non lo so rispose sorridendo lei, non c'ho mai fatto caso.
Sandra si avvicinò e le disse che le sarebbe piaciuto constatarlo se non le dispiaceva.
Va bene disse lei, sollevò la maglietta mostrandole il seno.
Caspita disse Sandra, da come stavano su avrei detto che portavi il reggiseno, complimenti disse, hai proprio due belle tette.
Davvero disse l’altra, ma un seno così non ha bisogno di essere sorretto. E’ una terza o una quarta le chiese. Una via di mezzo rispose Elena.
L’altra si allungò verso Elena e allungando le mani le chiese se poteva toccarle e Elena acconsentì.
Già prima di toccargliele si vedeva che stavano diventando già duri, segno che si stava eccitando, e quando l’altra la palpò e le sfiorò i capezzoli, questi si allungarono e indurirono.
Caspita, esclamò Sandra, guardate che roba, e abbassandosi andò a leccarglieli, scusandosi subito dopo, chiedendole se si fosse offesa.
No rispose lei tirando giù la maglietta, e con un po di vergogna disse solo che non se l’aspettava.
Ha i capezzoli più lunghi dei tuoi disse Gianluca rivolgendosi a Sandra, è la prima volta che qualcuna ti batte le disse sorridendo.
No rispose lei prendendosi i capezzoli tra le dita, i miei non li batte nessuno.
Elena vieni a sederti qui vicino che vediamo chi ha ragione.
L’altra si sedette accanto a mia moglie e le chiese di mostrare nuovamente il seno e a Gianluca di fare da giudice.
Elena stette al gioco, sollevò nuovamente la maglietta, l’altra accanto porgendo le mammelle verso Gianluca gli disse di toccare lei e mia moglie e di esprimere il proprio parere.
A Gianluca piacque un mondo quel giochetto, non smetteva più di palparle.
Infine Gianluca espresse il verdetto: per quanto riguarda la lunghezza vince Sandra disse, mentre per la durezza la vincitrice è Elena .

Sapendo che a Elena piaceva da morire farsi ciucciare le tette, immaginai che intimamente si fosse bagnata.
Quando infine il ragazzo smise la sua performance, potemmo vedere i capezzoli di entrambe erano già al massimo, lunghi e duri.

Per me sono duri uguali gli fece eco Sandra, e poi con le dita non si può giudicare quali sono più duri o meno, fallo con la lingua disse al ragazzo porgendogli il seno.
Lui cominciò a baciarle e leccare poi si spostò verso quello di mia moglie e col viso le chiese se poteva. Anche lei come Sandra, prese il seno con le mani a coppa e porse davanti a lui.
Se non fosse stato per Sonia, Gianluca non avrebbe più smesso.
Comunque il verdetto rimase uguale: vinceva Sandra per la lunghezza e mia moglie per la durezza.
Il dato era tratto, la prova venne superata alla grande e ora erano li tutte tre con fuori le tette a prendere in giro Gianluca per il gonfiore che si intravedeva nei suoi pantaloni.
Chi è stato a farti quest’effetto io o Elena gli chiese Sandra.
Lui rispose che la colpa era di tutte e tre.
Poverino disse Sonia accarezzandogli il pacco e iniziando a sbottonargli il pantalone, sarebbe stato meglio non tenerlo allo stretto, perché altrimenti con le dimensioni che si ritrovava, ti avrebbe fatto un male cane, e gli sfilò insieme pantaloni e mutande.
Quando il cazzo fu libero, Sonia con la mano se ne impadronì, tenendolo alla base guardò mia moglie e le chiese se aveva mai visto un cazzo così bello.
Anch’io quando vidi il cazzo di Gianluca mi resi conto del perché lo avevano scelto come singolo.
Sonia fu la prima a prenderlo in mano, lo palpò un po, poi toccò a Sandra che guardò Elena e le disse di toccarlo, senza attendere risposta le prese la mano e la mise sul cazzo.
Lei non oppose resistenza, lo strinse e, forse perché le sembrò naturale, lo fece scorrere su e giù, come a menarglielo; poi con le guance arrossate lo lasciò.
Noi tre di sopra eravamo infoiati di brutto, quella situazione che vedeva coinvolta mia moglie era altamente erotica e Paolo vedendo Elena acconsentire a prenderlo in mano, mi diede una gomitata e mi guardò come a dirmi hai visto che roba.
Era un cazzo mastodontico, sia in lunghezza che di circonferenza, Elena aveva come lo sguardo calamitato, sembrava lo guardasse con soggezione, o forse era ammirazione, non saprei dire.
Le altre due contente del risultato ottenuto, si scambiarono un cenno di approvazione e chiesero a mia moglie cosa le era sembrato prenderlo in mano.
Un po imbarazzata, mia moglie rispose che era la prima volta che ne toccava uno così, e per rispondere alla domanda disse loro che le era piaciuto.
A quel punto Paolo richiuse la botola e ci apprestammo a scendere per tornare di sotto.
La restante giornata la passammo a giocare a carte e sorseggiare bibite, parlando di varie cose e cercare di capire cosa ne pensasse Elena dello scambio di coppia.
Le sue risposte insieme alle mie, non lasciarono in loro nessun dubbio che ci sarebbe piaciuto e se capitava l’occasione non era escluso che avremmo provato.
Furono entusiasti di senticelo dire, così Elena disse che la prossima volta che ci saremmo incontrati, avremmo fatto un altro gioco un po hard, divertente ma non volgare, un gioco che avrebbe fatto impazzire noi maschietti.
Va bene rispose mia moglie, staremo a vedere di che si tratta.
Nel ritorno verso casa parlammo della giornata trascorsa e fui contento di sentire che le fosse piaciuta, disse di essersi trovata bene perché erano persone simpatiche e alla mano.
Poi mi raccontò tutto per filo e per segno quanto anche io avevo visto, disse che era rimasta sorpresa di aver provato piacere nel sentire lingue femminili leccarle i capezzoli e dell’emozione che aveva provato quando Sandra le mise in mano il cazzo di Gianluca.
Avresti dovuto vederlo disse, è incredibile quanto è grosso, mentre glielo tenevo in mano mi sono chiesta se riuscirei a scoparci.
Ti piacerebbe? Le chiesi.
Be rispose, sarà che mi hanno palpata e succhiata per bene ma c’è stato un momento quando l’avevo in mano che per un momento sono quasi stata tentata di prenderglielo in bocca.
Mi toccò il cazzo e lo sentì duro come il marmo, mi guardò e mi chiese di fermarmi in un posto tranquillo perché aveva voglia e non voleva aspettare di arrivare a casa.
Mi fermai in una stradina di campagna e trombammo come ricci, talmente eccitati, che fu una sveltina di pochi minuti ma, il risultato fu un intenso orgasmo per entrambi.
Qualche giorno dopo Elena chiamò Sandra, mi disse che, d’accordo con gli altri, avevano deciso che, invece di passare la sola domenica insieme, si sarebbe fatto il week end completo, chiedendomi se anche a noi stava bene per il successivo fine settimana.
Gli dissi che avrei sentito mia moglie e poi le avrei dato risposta.
Tornato a casa ne parlai con Elena.
“tu cosa le hai detto” mi chiese.
Lo sai che io avrei subito detto di si le dissi per spronarla, sei tu quella che di solito si fa le menate.
Ah, pensi che mi faccia le menate.
Bene! Allora sappi che fosse stato per me avrei detto subito di si. Ora la chiamo e glielo dico.
Finalmente il sabato arrivò, durante quei giorni con la mente ero già lì, pensando a quello che sarebbe potuto accadere.
Elena si era messa d’accordo con le altre due sull’abbigliamento sexy da portarsi dietro che avrebbero dovuto indossare prima di iniziare il gioco.
Quella mattina sembrava non voler più uscire dal bagno, sotto la doccia si depilò ecc.. e quando finalmente uscì toccò a me.
Mi sbarbai e feci la doccia, poi andai in camera per vestirmi.
Quando entrai mi venne un colpo.
Aveva addosso un completo intimo che non avevo mai visto, era mozzafiato, calze nere velate con dietro la riga e un reggicalze anch’esso in tinta che non avevo mai visto e, sul letto, un abitino da sera anch’esso nero.
Vedo che hai fatto compere dissi.
Certo rispose, non voglio fare figuracce con loro.
Voleva fare colpo e sicuramente lo avrebbe fatto, in caso contrario non avrebbe mai speso tutti quei soldi.
Provò anche il vestito ed una volta vistasi allo specchio, annuì contenta, iniziando a togliersi tutto per metterli nella valigetta.
Al solo pensiero che l’avrebbero vista vestita in quel modo il cazzo mi venne duro, glielo mostrai dicendole che se faceva quell’effetto a me chissà che effetto avrebbe fatto su di loro.
Sorrise sorniona e mi fece la linguaccia contenta, dicendomi che li avrebbe fatti tutti morire di voglia.
La toccai tra le gambe, mi accorsi che anche lei era bagnata, la palpai, e baciandola sul collo le dissi che era una gran troia.
Si mi rispose, chissà che questo week end non lo diventi per davvero.
Il tragitto durò poco più di un’ora, lei con i piedi appoggiati sul cruscotto e le cosce scoperte, mi fece venir voglia di toccarla tra le gambe e, visto che mi lasciava fare, le scostai la mutandina fecendole un ditalino, fino a farla godere.
Sembrava posseduta, aveva addosso una voglia incontenibile, le chiesi se aveva pensato a cosa fare, nel caso i nostri amici ci avessero invitati a giocare con loro.
Mi rispose di non saperlo, ma se come la volta precedente la toccavano facendole venir voglia, questa volta forse non si sarebbe fermata, perché non voleva apparire come una suora, aggiungendo che se anch’io ero d’accordo, si sarebbe potuta adeguare alle circostanze.
Ma certo che sono d’accordo risposi, ci mancherebbe altro, è una vita che aspetto.
Ma se Gianluca volesse giocare con te che farai?
Dopo un attimo di silenzio, mi guardò intensamente e mi chiese, cosa avrei voluto che facesse. Vorrei solo che seguissi il tuo istinto e se ti andasse di fartelo, ne sarei felice.
Poi non è che ci resti male? Non vorrei che ne facesse le spese il nostro rapporto, se dovessi lasciarmi andare non so fino a che punto potrei arrivare.
Meglio risposi, non voglio affatto che ti fermi, questa è l’occasione migliore che ci sia capitata da quando abbiamo deciso di buttarci nella mischia, vediamo di non buttarla via
Appena arrivammo, vedendo i nostri amici, vedemmo l’aria di festa che alleggiava tutta intorno.
Ci scambiammo baci e abbracci e mentre Gianluca abbracciava mia moglie, lo vidi sussurrarle qualcosa all’orecchio.
Si prospettava un bel week end, il tempo era magnifico e la compagnia pure, che altro chiedere.
Passammo il pomeriggio a giocare a carte, a ridere e scherzare posticipando alla sera il gioco sexy che non vedevo l’ora di fare.
Giunta la sera, finito di cenare e bevuto dell’ottimo Chianti si era tutti allegri.
Demmo tutti una mano a sparecchiare e, una volta sistemato tutto, Sandra rivolta alle altre due, le disse di seguirla per andare a cambiarsi, che poi sarebbe cominciato il gioco che tutti non vedevamo l’ora di fare.
Mentre attendavamo il loro ritorno, Paolo, da un mobile, prese una scatola e la poggiò sul tavolo, dicendomi che sperava vivamente che quel gioco piacesse a mia moglie, in quel caso ci saremmo davvero divertiti.
Scesero le scale una dietro l’altra come se stessero sfilando, davanti c’era Sonia, indossava un
abitino da sera con una scollatura a V che arrivava a mostrare l’ombelico coprendole a stento il seno.
Dietro c’era Sandra, anche lei con in abito da sera sexy che metteva in evidenza il suo magnifico seno e anche lei portava delle calze scure col reggicalze con dietro Elena che indossava un lungo abito nero con due spacchi laterali che mostravano le gambe scoperte fino all’anca mostrando a tutti che non indossava nessun tipo di mutandine, indossava delle eleganti calze nere velate sorrette da un reggicalze dello stesso colore e le scarpe con il tacco dodici.
Rimasi basito, sembrava un’altra da quanto si era trasformata e l’applaudimmo ammirati.
Insomma le nostre donne si erano trasformate in vamp, tutte e tre con le tette che sembravano saltar fuori da un momento all’altro dagli abiti si sedettero in modo che ognuna di loro avesse al loro fianco due uomini.
Sandra sistemò il gioco davanti a se e iniziò a spiegare a me e mia moglie come funzionava, non che fosse difficile, era una specie di gioco dell’oca in versione erotica.
A differenza di quello originale, in questo, anziché perdere punti e tornare indietro, dovevi ogni volta farti togliere un capo d’abbigliamento da un partecipante che veniva scelto dagli altri, e nel caso non ci fosse stato più nulla da togliere (calze e reggicalze non valevano) la penitenza da fare veniva scelta dai giocatori con più punti e la penitenza non la si poteva rifiutare; così cominciammo a giocare.
Per non dilungarmi, altrimenti il racconto diventa esageratamente lungo, salto le varie fasi per arrivare al momento secondo me più eccitante.
Eravamo rimasti quasi tutti nudi ad eccezione di mia moglie che, in quel gioco sembrava con nostro dispiacere la più fortunata.
Ma arrivò anche il suo turno di togliere il vestito, e per farlo fu scelto Paolo.
Le prese l’abito e lo fece scivolare lentamente a terra. Era incantevole e arrapante alo stesso tempo, completamente nuda in calze e reggicalze e le scarpe col tacco dodici, che la slanciavano.
La guardavamo tutti con occhi bramosi, donne e uomini, io compreso, e quando si sedette e vide il cazzo di Gianluca spuntare fuori dallo slip, duro e svettante, si mise a ridere, segno che anche nuda si sentiva a suo agio.
Quando toccò al ragazzo togliere le mutande, per farlo si scelse all’unanimità che a farlo fosse mia moglie.
Lui si alzò in piedi ed Elena che gli sedeva affianco, si inginocchiò. Prese gli slip e li abbassò. Successe però che, appena il cazzo fu libero dalla costrizione dell’elastico, per forza della gravità si abbatté sul viso di Elena che si spaventò, noi ci mettemmo a ridere.
Ora eravamo tutti senza più indumenti da togliere, così passammo alle penitenze che avremmo dovuto scegliere di volta in volta per chi perdeva.
L’atmosfera era satura di erotismo e la bramosia di fare sesso attanagliava tutti.
Fu Sonia la prima a pagare pegno.
Sandra decise d’accordo con noi che andasse da Gianluca, lo baciasse a lingua in bocca per un minuto senza staccarsi e con una mano lo doveva menare.
Le si sedette a fianco e gli cacciò la lingua in bocca iniziando a menarglielo.
Eravamo tutti eccitati dalla scena, Elena seduta accanto aveva lo sguardo fisso sul cazzo di lui che veniva menato incantata dalla grossa cappella che ogni volta faceva capolino
Il minuto di penitenza passò abbondantemente e, se non fossero stati gli altri a farli smettere, mi sa che andavano avanti ancora per un bel po.
Quando toccò a me decisero all’unanimità, mia moglie compresa, che avrei dovuto baciare Sonia sulla bocca, poi sul collo ed infine succhiargli i capezzoli, il tutto per almeno due minuti mentre con le mani devi masturbarle la fica aggiunse mia moglie, e tutti gli altri furono d’accordo.
Mentre mi alzavo per raggiungere Sonia, mia moglie mi sorrise dicendomi di non farle fare brutta figura e di far bene la penitenza.
Mentre espletavo con piacere la mia penalità Sonia mi prese il cazzo e cominciò a menarmelo, ero al settimo cielo, le mie dita scorrevano agili nella sua figa bagnata di umori e spiacque a entrambi quando col tempo abbondantemente scaduto ci fecero smettere.
La penalità che toccò a Ernesto da pagare fu invidiata da tutti, doveva andare da Elena, mettersi in ginocchio di fronte a lei e senza toccarla con le mani, doveva leccarle la figa per un minuto.
Elena si sorprese ma non si tirò indietro, allontanò la sedia dal tavolo per fare spazio ad Ernesto e quando questi si mise davanti a lei in ginocchio, aprì le gambe e sporse il culo in avanti sedendosi sulla punta della sedia per agevolarlo. Così potemmo vedere tutti la sua bella figa depilata e leggermente socchiusa, tanto da mostrare il rosa al suo interno.
Ernesto rimase qualche istante come incantato, poi appiccicò la bocca come fosse una ventosa e iniziò a leccarla.
Appena sentì la lingua lapparle la figa Elena sussultò, subito dopo non riuscendo a trattenersi, chiuse gli occhi sollevando il capo abbandonandosi al piacere.
Eravamo tutti rapiti da quella scena, io soprattutto, impazzivo di felicità vedere finalmente che un altro uomo godesse del suo corpo, e ancora di più vedere quanto le piacesse.
Anche per loro il minuto di penitenza passò abbondantemente senza che nessuno osasse fermarli, fu lui che si staccò per poter riprendere fiato.
Elena con le guance arrossate prese dei tovagliolini e si tamponò la figa, poi si alzò e andò in bagno.
Quando se ne fu andata dissero tutti che era una gran figa, sia gli uomini che le donne, ed erano contenti soprattutto perché aveva dimostrato che non si sarebbe più tirata indietro.
Sandra mi chiese come avessi fatto a non essere riuscito fino ad allora ad accorgermi del suo potenziale erotico, questa è una vera bomba, le mancava solo la miccia.
Lei uscì dal bagno scusandosi e si sedette al suo posto.
Sembravi accaldata le disse Sonia sorridendo, ma posso capirti, Ernesto è bravissimo quando ci si mette, e ridemmo per quella battuta.
Poi si alzò, prese per mano il marito di Sandra e il suo, dicendo loro salivano di sopra, per stendersi un pochino, se volete potete venire anche voi, e se ne andarono.
Sandra si alzò e andò allo stereo, lo accese e subito si diffuse nell’ambiente una dolcissima musica soffusa, abbassò le luci e in quell’atmosfera mi prese per mano e trascinandomi al centro della sala mi mise le mani al collo e iniziammo a ballare.
Il cazzo duro le batteva sull’ombelico, e davanti a mia moglie e Gianluca, mi mise la lingua in bocca. Poi scostandosi con la mano prese a trastullarmi il cazzo.
Mi girai per vedere la reazione di Elena che proprio in quel momento prese Gianluca per mano ed abbracciandolo iniziarono anche loro a ballare.
Ballavamo vicini e anche loro baciandosi si toccavano dappertutto.
Sandra allungò una mano e palpò il culo a Elena, poi le prese la testa e si avvicinò alla sua bocca e lei la lasciò fare fino a che si baciarono.
Io e Gianluca ci staccammo da loro che andarono avanti per un po, poi Sandra la prese per mano e abbracciandola si avviò con lei sulle scale facendoci segno di seguirle.
Entrammo nella camera da letto semibuia, i sospiri di Sonia superavano di gran lunga quello dei due maschi e, dopo aver abituato gli occhi alla semi oscurità li vedemmo bene: lei a pecora si faceva prendere da Paolo mentre lo succhiava a Ernesto.
Guardammo eccitati la scena fino a che Sandra si sdraiò sul letto e mi attirò a se.
Iniziammo a baciarci come due ragazzini e nonostante Sonia fosse alle prese con due uomini mi prese il cazzo e contorcendosi riuscì a portarselo alla bocca. Ero al settimo cielo.
Voltai la testa e vidi che Elena era seduta sulla poltrona a fianco del letto e Gianluca con la testa tra le sue gambe le lappava la figa, subito dopo i suoi gemiti riempirono la stanza annunciando finalmente l’orgasmo liberatorio.
Sandra fece scostare Sonia tornando a essere padrona del mio cazzo, aprì le gambe e mi salì sopra infilandoselo tutto dentro.
Che figa bollente aveva, iniziò a muoversi con maestria e subito dalla figa, iniziarono a fuoriuscire i suoi umori, che da li a poco mi bagnarono tutto. Venne due volte, una dopo l’altra, poi anch’io non ce la feci più e lo dissi a lei che prontamente, si alzò, e se lo mise in bocca succhiandolo avidamente fino a che sborrai riempiendole la bocca.
Mentre mi riprendevo, si unì gli altri tre per aumentare quello che già era un groviglio di corpi.
Guardai verso mia moglie, vidi che ora era lui seduto e lei accovacciata gli faceva un pompino.
Era troppo bello per non farlo, mi alzai e mi stesi a pancia in su sotto di lei, cominciando a leccarle la figa, fino a che si alzò, allargò le gambe e si mise in posizione sopra di lui preparandosi a farsi penetrare. Si voltò a guardarmi e vedendomi accondiscendente, afferrò il cazzo, ci poggiò sopra la figa, e scese su di lui fino a che non le fu dentro tutto, a quel punto buttò indietro la testa e iniziò con un movimento lento a muoversi avanti e indietro.
Non persi neanche un istante di quella penetrazione, era letteralmente seduta sulle sue gambe e si godeva la grossa verga fino alla radice. Meno male che c'erano le palle a fare da freno.
Dagli episodi accaduti da basso non avevo dubbi che Elena si sarebbe fatta scopare, solo non immaginavo che prendesse quella nerchia così facilmente.
Man mano che andava avanti iniziò a muoversi sempre più fino a che cominciò a fare dei gridolini iniziando a salire e scendere sulla trave, si sollevava quasi a farlo uscire per poi ricadergli sopra con foga.
I gridolini si fecero più intensi, stava per godere e nessuno più poteva fermarla, si infoiava col mio cazzo figuriamoci con quello.
Ora sembrava indemoniata, saltava sempre più, gridando.
Anche gli altri si fermarono per guardare.
Sembrava una scena da film porno con l’attrice in calze e reggicalze con le scarpe da troia si faceva sbattere come una troia, ma quello non era un film e lei non era un’attrice, era mia moglie.
Sapendola multi orgasmica, ero cosciente che, quando cominciava a godere, gli orgasmi si susseguivano uno dopo l’altro, e per questo non mi accorsi quanti ne ebbe.
Quando lui le disse che stava per venire, tenendolo dentro, si mosse sopra di lui ancheggiando i fianchi, finché sentì la sborra uscire copiosa.
Pensai che avesse esagerato a permettergli questo, anche se è sterile non era il caso di farsi venire dentro.
Rimasero così, avvinghiati con le bocche che si cercavano avide.
Appena Elena si sollevò liberando il cazzo, Sonia che si era accucciata a terra dietro di lei, le mise prontamente una mano sulla figa per non farle uscire la sborra.
La fece sdraiare a pancia in su sul letto e tenendole sollevate le gambe si mise a succhiarle la figa.
Bevve tutto quanto c'era da bere fino all'ultima goccia; così facendo la fece nuovamente godere.
Passammo la notte a fare sesso.
Fu un’esperienza meravigliosa, le combinazioni si susseguivano in base al partner del momento, scoprendo che ad Ernesto e Paolo non dispiaceva toccarsi a vicenda.
Ci provarono anche con me ma, gli dissi subito che non ero pronto.
Mia moglie invece, scoprì che le piaceva il sesso tra donne, e tutte e tre ne fecero una scorpacciata.
Per noi si era aperto un nuovo scenario, ed il sesso da allora lo viviamo al mille per cento.
Quando ne abbiamo voglia, ci sentiamo tutti, e ci ritroviamo per dei nuovi week end in compagnia.
Elena è diventata la mascotte della compagnia, tutti a turno non vedono l’ora di farsela in una maniera o nell’altra.
Ora sta pensando seriamente di esaudire anche il desiderio di Gianluca, che sarebbe quello di farle il culo e, visto che Sonia se l’è fatto fare, sta pensando anche lei di cedere e accontentarlo.
Sono sicuro che lo farà, e subito dopo averlo fatto, vorrà anche provarne due contemporaneamente, cosa che è sempre stata la nostra fantasia più ricorrente.
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